Un numero verde per denunciare anonimamente i reati ambientali. E’ il nuovo servizio della Provincia di Vibo Valentia, presentato dal presidente Francesco De Nisi insieme all’assessore provinciale all’Ambiente Martino Porcelli, al prefetto Luisa Latella e all’assessore regionale all’Ambiente Silvio Greco. L’iniziativa scaturisce da un protocollo d’intesa siglato nel 2008 dai soggetti istituzionali che compongono l’Osservatorio permanente sull’Ambiente, composto tra gli altri dai Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Ato, Arpacal e Regione Calabria.
UN NUMERO PER L’AMBIENTE
”Il nuovo servizio gratuito dà la possibilità a chi chiama di mantenere l’anonimato – ha spiegato Porcelli – e questo può rappresentare un forte incentivo a denunciare. La Provincia, attraverso i propri operatori, raccoglierà le segnalazioni e qualora si riscontri una notizia di reato questa verrà immediatamente comunicata alla Procura della Repubblica”. Una prima scrematura per valutare la fondatezza delle segnalazioni verrà effettuata alla fonte, mentre la polizia provinciale svolgerà i sopralluoghi qualora si renda necessario riscontrare la veridicità e la gravità di quanto denunciato al numero verde.
L’ANONIMATO CONTRO L’OMERTA’
”Purtroppo esiste ancora grande omertà verso i comportamenti illeciti – ha spiegato il presidente De Nisi – e ciò aggrava ulteriormente problemi già estremamente pressanti come l’inquinamento. Tutto viene demandato all’iniziativa di magistratura e forze dell’ordine, anche se la discarica abusiva ce la ritroviamo fuori casa. Con questo servizio diamo la possibilità di denunciare abusi e reati contro l’ambiente senza l’obbligo di dichiarare le proprie generalità, nell’auspicio che il numero verde serva non soltanto per reprimere i reati commessi, ma sia capace di esprimere anche una notevole deterrenza”.
COMBATTERE I REATI AMBIENTALI
Contrario alle denunce anonime è l’assessore Greco, il quale tuttavia ha condiviso la preoccupazione per la mancanza di senso civico e per il clima di omertà che spesso impedisce l’individuazione tempestiva dei reati ambientali. ”Ecco perché in Calabria – sostiene Greco – occorre puntare molto sull’educazione alla salvaguardia ambientale. In questa regione i problemi legati all’ambiente sono gravissimi, basti pensare che attualmente sono stati caratterizzati 860 siti contaminati, di cui 33 ad elevato rischio per la salute pubblica, mentre altri mille, sebbene individuati, devono essere ancora analizzati. Esistono dati talmente preoccupanti – dice l’assessore – che non vengono pubblicati per non creare panico. A confermare questa situazione ci sono riscontri clinici inquietanti, come l’alta incidenza in alcune zone della regione di tumori tipici delle aree ad alta concentrazione industriale, anche se in Calabria non ci sono grandi industrie”.