Il Nord pensa al blocco totale del traffico per un giorno per far fronte all’inquinamento, ma all’orizzonte si affacciamo proposte ben più radicali. Che, a sorpresa, trovano un largo consenso nei cittadini. Il 60% degli italiani dice “sì” al divieto di circolazione delle auto nelle ore di punta. E’ la provocazione, lanciata dall’Osservatorio ‘Audimob’, ma i risultati sono sorprendenti: se in Italia venisse proposto un referendum per il divieto di circolazione delle auto nelle ore di punta allo scopo di favorire il trasporto pubblico, la vittoria dei ‘sì’ sarebbe certa, almeno considerando le intenzioni di voto. Infatti, ben il 59% delle persone a cui è stato posto il quesito si è dichiarato favorevole.
IL DIVIETO DI CIRCOLAZIONE DELLE AUTO NELLE ORE DI PUNTA
In particolare, sono più propensi a sostenere il ‘sì’ coloro che possiedono un’età superiore a 45 anni (tra i più anziani si raggiunge il 71,2%) e che hanno un basso livello di istruzione (66,4%), le casalinghe (64%), i pensionati (70,6%), chi abita in piccoli centri (60,9%) e nelle regioni del Sud o nelle Isole (66,7%). Gli uomini sono un po’ più favorevoli delle donne (59,8% contro 58,3%). Il profilo socio anagrafico dei “sì” è dunque piuttosto assortito: ci sono categorie (prevalenti) che si spostano poco e che utilizzano soprattutto i mezzi pubblici, ma non mancano i segmenti della popolazione ad alto consumo di mobilità e che utilizzano soprattutto l’automobile (le classi centrali di età, chi abita nei piccoli centri, gli uomini).
IL TRASPORTO PUBBLICO
Città senza auto nelle ore di punta è, ribadiamo, uno scenario del tutto virtuale e provocatorio. Le risposte degli italiani sul punto tuttavia – pure scremate del divario strutturale tra ‘opinioni’ (innovatrici) e ‘comportamenti’ (conservatori) che da sempre caratterizza l’atteggiamento dei cittadini verso la mobilità sostenibile – sembrano suggerire che la sperimentazione di politiche coraggiose in questa direzione è forse meno azzardata di quanto si potrebbe supporre. E quasi il 60% dei contrari utilizzerebbe di più il trasporto pubblico. Buona parte degli intervistati che si sono espressi in senso contrario al quesito dell’ipotetico referendum, tuttavia, guardano al trasporto pubblico come alla principale alternativa modale nel caso di divieto di circolazione delle auto durante le ore di punta. Il 58,1% dichiara infatti che utilizzerebbe di più i mezzi pubblici nell’impossibilità di far ricorso all’auto. E una fetta non marginale, che incide per oltre l’11% sul totale dei ‘contrari’, intensificherebbe l’uso del trasporto collettivo non per l’oggettiva assenza di alternative praticabili, ma in ragione dell’abbassamento significativo dei livelli di traffico e quindi della maggiore competitività del mezzo pubblico in termini di velocità e di regolarità degli spostamenti.Questo accresciuto potenziale di domanda di mobilità collettiva tende ad assumere dimensioni diverse nelle varie zone dell’Italia. Nel Sud e nelle Isole la percentuale sale oltre il 60% (62,7% per l’esattezza), mentre nel Nord Est e nel Nord Ovest si ferma, rispettivamente, al 54,1% e al 56,1%.
TRASPORTO PUBBLICO GRATUITO MA CON UNA TASSA
Ancora una volta, quindi, la maggiore richiesta di trasporto pubblico viene dalle regioni d’Italia dove l’incidenza del mezzo collettivo sul totale della mobilità è tra le più basse. Un’ulteriore verifica provocatoria, ma non del tutto assente nel dibattito sia accademico che politico, è stata sottoposta al campione di intervistati dell’Osservatorio “Audimob”: se il trasporto pubblico fosse gratuito, sarebbe disponibile ad utilizzarlo di più? Ebbene, tra coloro che non lo utilizzano già come mezzo principale per i propri spostamenti, oltre la metà degli intervistati manifesta una propensione dichiarata a diventare un nuovo utente dei servizi di mobilità collettiva: il 26,1% userebbe il mezzo pubblico regolarmente, il 24,5% “solo” occasionalmente. Inoltre, è interessante sottolineare che la quota maggioritaria di questi segmenti di utenza potenziale del trasporto pubblico (rispettivamente il 14,8% e il 16,9%) va ricercata fra coloro che hanno dichiarato di non aver mai fatto ricorso al mezzo pubblico nei tre mesi precedenti l’intervista.
Un servizio pubblico di trasporto offerto gratuitamente non può che finanziarsi attraverso la fiscalità generale. E’ quindi necessario, a sostegno della misura, capire anche il livello d’accordo degli italiani sull’introduzione di una tassa per sovvenzionare le aziende di trasporto pubblico. Nell’ipotesi in cui la tassa sia proporzionale al reddito (non sono state considerate altre alternative nell’indagine) quasi un intervistato su due si dichiara d’accordo, seppure con gradi diversi di consenso. Infatti, esprimono un consenso pieno (18,1%), sono “d’accordo” (9,8%) o sono “abbastanza d’accordo” (21,1%) ben il 49% del totale degli intervistati; tra le diverse categorie che compongono il campione quelle che tendono a posizionarsi su livelli più alti rispetto al dato medio nazionale sono gli studenti (66,7%), gli uomini (50,7%), i più giovani (62,8%), coloro che hanno un livello d’istruzione basso, chi abita in città di piccole dimensioni (50,8%) e nel Sud del Paese (52,5%). Da sottolineare, infine, che nella metà di intervistati contrari ad una tassa di scopo per il trasporto pubblico proporzionale al reddito, la grande maggioranza – pari a quasi il 40% del totale del campione – esprime un netto dissenso (si dichiara, cioè, “per nulla d’accordo”).
giuliAnita 25 Febbraio 2010 il 13:47
Magari fosse organizato un referendum per il divieto di circolazione delle auto nelle ore di punta allo scopo di favorire il trasporto pubblico e le biciclette!
Potreste essere voi a promuoverlo a farlo girare per tutti i blog/forum/siti che si occupano di ecologia!!