Con un atto di coraggio il governo israaliano ha dato il via libera a un disegno di legge, proposto dal Ministro all’Agricoltura Shalom Simhon, che estende a tutti gli animali selvatici il divieto – già in vigore per cani e gatti – di produrre, lavorare, importare, esportare e vendere pellicce. Non si tratta però di un bando assoluto. Dal divieto sono infatti escluse le pelli degli animali destinati all’industria alimentare (cammelli, ovini, bovini) e quelle impiegate in ambito religioso come, ad esempio, le pellicce utilizzate per confezionare lo shtreimel, un copricapo di uso comune tra gli ebrei ortodossi. Una mossa coraggiosa da cui anche l’Italia dovrebbe prendere esempio. La notizia è stata diffusa dall’Enpa.
IL BANDO PER LE PELLICCE
“Quello delle pelli è un settore industriale che si caratterizza per un elevato tasso di crudeltà – ha spiegato il ministro Shalom Simhon presentando il suo progetto –, poiché costringe gli animali ad atroci sofferenze con il solo obiettivo di soddisfare le esigenze del mercato del lusso”.
“L’iniziativa del Ministro all’Agricoltura israeliano è un segno di grande civiltà – commenta l’Ente Nazionale Protezione Animali -. Certo avremmo sperato che il bando delle pellicce fosse totale; tuttavia la proposta di legge rappresenta un indubbio passo avanti per la tutela degli animali. Il nostro auspicio è che la proposta legislativa possa tradursi al più presto in un atto normativo vincolante”.
UN BANDO PER L’ITALIA
“Ci auguriamo altresì – aggiunge l’Enpa – che il Governo italiano, prendendo spunto dall’amicizia e dalle buone relazioni che da sempre vanta con l’esecutivo israeliano, ne imiti il coraggio e adotti un provvedimento simile anche per il nostro Paese”.
Per saperne di più: www.enpa.it