La biodiversità nell’ agricoltura biologica

di Redazione 120 views0

 Una delle battaglie combattute dall’ agricoltura naturale e condivisa da tutto il mondo del consumo critico è quella che ecologisti e agronomi chiamano “biodiversità”. Qualcuno l’ ha definita una specie di assicurazione sulla sopravvivenza del pianeta.

I DANNI DELL’ AGRICOLTURA INDUSTRIALE
L’ applicazione del metodo industriale all’ agricoltura e all’ allevamento, invece, ha portato alla richiesta di prodotti perfetti e soprattutto sempre uguali. Le specie che avevano caratteristiche meno utili alla produzione su scala industriale sono state le prime a essere eliminate. Abbiamo del tutto rimosso nomi come gelso, corbezzoli, corniolo, mele rosa, pera volpina, prugnola e cotogno.

LA BIODIVERSITA’ IN ITALIA

Soltanto prima della Seconda guerra mondiale, in Italia venivano coltivate 400 diverse varietà di grano, 40 tipi di verdure crucifere (cavoli, senape) mentre nei pascoli potevi imbatterti in 30 esemplari di bovini, ciascuno di una razza diversa.

LA PERDITA DI BIODIVERSITA’
Passati poco più di 60 anni, le varietà di grano messe a coltura sono la metà, le crucifere non più di 5 e le mucche che popolano gli alpeggi non appartengono che a tre razze: la frisona, la bruna e l’ italiana. Altre otto rischiano invece l’ estinzione perché rappresentate nel mondo da meno di 350 esemplari.

METODO BIOLOGICO E BIODIVERSITA’
Alla fondazione Minoprio si possono scoprire quante varietà di mele e di pere esistono invece in natura. Appassionati agricoltori tentano di recuperare varietà di semi e frutti antichi, e molti fra loro abbinano la ricerca di questa biodiversità all’ applicazione del metodo biologico. Valore e metodo sono collegati, così come rientra in pieno nell’ agricoltura naturale il concetto di stagionalità.

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