Non tutte le aziende agricole che seguono il metodo di coltivazione biologico sono certificate. Le ragioni che spingono un’ azienda a rifiutare il marchio di un ente autorizzato possono essere diverse, a partire da quelle di tipo economico: la certificazione costa, e le piccole aziende a gestione familiare e con pochi ettari di terreno possono anche decidere, conti alla mano, che non conviene. Ma può trattarsi anche di una precisa scelta nata dal rifiuto della burocrazia e da un certo scetticismo sui controlli.
IL BIO COME FILOSOFIA DI VITA
Molte piccole realtà, che magari hanno fatto del bio una filosofia di vita, investono allora tutto sulla qualità dei prodotti e sull’ intreccio di relazioni con i gruppi di consumatori. La garanzia è data dalla reciproca conoscenza, dalla fiducia che si stratifica nel tempo. In questi casi le porte dell’ azienda sono sempre aperte, non c’ è un ente certificatore ma chiunque può fare visita e essere informato su che cosa si sta spargendo nel campo in quel momento.
L’ AUTOCERTIFICAZIONE
Altre aziende, singolarmente o in associazione, sperimentano da anni forme di autocertificazione dichiarando di seguire metodi naturali di coltivazione e proporre unicamente frutta e ortaggi di produzione propria. E’ il caso, ad esempio, dell’ associazione “Civiltà contadina”.