Secondo il Sole 24 Ore, ogni anno in Italia vengono vendute 700 milioni di pile e oltre 20 milioni di accumulatori portatili al piombo e industriali da oltre 350.000 esercizi commerciali. Numeri importanti, che potrebbero segnare una voce in attivo per il riciclo a livello europeo. Ad occuparsi di raccoltas e recupero per i dispositivi tecnologici (dai telefonini ai piccoli elettrodomestici) bisogna fare riferimento alla Direttiva Europea 2006/66/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo 188/2008 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 dicembre scorso.
UN NUOVO SISTEMA DI GESTIONE DEL RICICLO
Il 26 Settembre, prenderà il via anche in Italia il nuovo sistema di gestione del riciclaggio, che vede impegnato in prima linea il consorzio ReMedia, l’ organismo per la gestione eco-sostenibile dei cosiddetti “Raee”, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. L’ Italia è tra i primi in assoluto al mondo per utilizzo di telefoni cellulari e il mercato di pile e accumulatori portatili in Italia è superiore a 22.000 tonnellate l’ anno.
IL PROBLEMA DEL RICICLO
Il problema del riciclo coinvolge due aspetti: il primo è che oggi in Italia meno del 10% di questi scarti viene raccolto e sottratto alla discarica attraverso iniziative volontarie sul territorio nazionale. Il secondo è che pile ed accumulatori possono essere estremamente dannosi per la salute poiché contengono metalli pesanti come cadmio, cromo, zinco e mercurio. Basti pensare che un grammo di mercurio contenuto in una pila può inquinare fino a 1.000 litri di acqua.
LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA
Gli obiettivi della nuova metodologia di raccolta europea indica che dovranno essere raccolti in differenziata il 25% del totale di pile ed accumulatori portatili immesso entro il 26 Settembre 2012 e il 45% entro il 26 Settembre 2016. Purtroppo mancano ancora le indicazioni precise sulle modalità di raccolta. Ce la farà l’ Italia ad adeguarsi in così breve tempo alla sfida o andremo nuovamente incontro a sanzioni da parte dell’ Europa?