L’ Information Technology, il settore industriale più innovativo, non sta utilizzando tutto il suo enorme potenziale per ridurre le emissioni mondiali di gas serra. È quanto risulta dalla classifica “Cool It challenge”, diffusa da Greenpeace in tutto il mondo.
Alla conferenza su “IT, Environment and Climate Change” a Copenhagen, è sconfortante vedere che le aziende innovative dell’ IT, che potrebbero conseguire profitti considerevoli dalle soluzioni tecniche che riducono i gas serra, stanno invece in disparte ad assistere ai negoziati.
LA SFIDA DI GREENPEACE: COOL IT CHALLENGE
La sfida “Cool It challenge” è stata lanciata lo scorso febbraio, chiedendo ai direttori generali delle principali aziende IT di entrare in azione sul fronte cambiamenti climatici e prendere impegni concreti per:
– fornire soluzioni IT agli altri settori economici come edilizia, trasporti e reti per la trasmissione dell’elettricità, misurandone accuratamente l’ impatto;
– fare pressioni per un accordo sul clima a Copenhagen;
– ridurre le proprie emissioni e utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili.
LE AZIENDE IT PIU’ COOL
Con appena 29 punti su 100, guida la classifica Sun Microsystems, che ha pubblicamente chiesto una riduzione dei gas a effetto serra dell’ 80 per cento al 2050 e almeno del 25 per cento al 2020 rispetto ai livelli del 1990. IBM è a pari merito sopratutto per la grande offerta di soluzioni che presenta.
Al terzo posto Dell, che ha registrato il massimo punteggio per gli alti obiettivi interni di riduzione delle emissioni. Nomi di rilevo come HP, Microsoft, Sony, Sharp e Toshiba arrivano ad appena 15 punti.
Come le varie versioni dell’ Ecoguida ai prodotti elettronici, la “Cool It challenge” verrà regolarmente aggiornata e la seconda versione è prevista per la fine dell’ estate.