Centomila tonnellate di rifiuti pericolosi sono state sequestrate dal Corpo forestale dello Stato nella frazione Lazzaro di Motta San Giovanni (Reggio Calabria), nell’ ambito dell’operazione che ha portato all’ arresto di dieci persone.
I rifiuti provenivano dall’ attività di una centrale termoelettrica dell’ Enel in Puglia ed erano stati depositati in una cava di materiale argilloso utilizzata da un’ industria di Laterizi. Alle indagini che hanno portato agli arresti e all’individuazione della cava in cui venivano depositati i rifiuti pericolosi ha collaborato l’ Aisi, l’ ex Sisde, che ha fornito supporto informativo al Corpo forestale.
Ci sono anche alcuni dipendenti dell’ Enel tra le dieci persone arrestate dal Corpo forestale dello Stato nell’operazione su un traffico illecito di rifiuti che venivano depositati in una cava di materiale argilloso a Motta San Giovanni, nel Reggino.
I dipendenti dell’ Enel arrestati erano addetti alla gestione della centrale termoelettrica in Puglia, la cui attività produceva residui fangosi pericolosi che venivano trasportati e occultati illecitamente a Motta San Giovanni. Nell’ operazione sono coinvolti anche i dipendenti delle ditte che provvedevano al trasporto dei rifiuti pericolosi dalla Puglia a Motta San Giovanni e i titolari dell’industria di laterizi che li avrebbe utilizzati.