Dopo il terremoto di due giorni fa che ha colpito l’ Aquila, l’ allarme sale in tutta Italia per la conta delle aree a rischio idrogeologico e nelle zone sismiche. Sono infatti circa 80.000 gli edifici pubblici in Italia considerati ‘vulnerabili’ – tra scuole, ospedali e uffici – in quanto costruiti in zone ad alto rischio sismico. Tutti edifici che andrebbero adeguati e che in molti casi non sono stati pianificati secondo criteri antisismici. Ma la stima delle strutture vulnerabili è in realtà, secondo gli esperti, ben più ampia dal momento che andrebbero considerate anche le abitazioni civili, sulle quali un monitoraggio generale sul territorio è al momento parziale.
A puntare i riflettori sulla preoccupante situazione degli edifici non a norma è Gian Michele Calvi, presidente della Fondazione Eucentre di Pavia – Centro europeo di ricerca e formazione in ingegneria sismica e membro della Commissione grandi rischi. Secondo stime disponibili, sia pure parziali, ha sottolineato l’ esperto, ci sarebbero dunque almeno 75-80 mila edifici pubblici in Italia da consolidare. Molti di questi hanno un ruolo strategico, trattandosi di ospedali, municipi, prefetture, caserme e scuole.
SCUOLE A RISCHIO
E proprio le scuole rappresentano un’ emergenza: sulla base degli ultimi dati della Protezione civile, infatti, sono 22 mila gli edifici scolastici che si trovano in zona sismica e quindi sono a rischio.
Sedicimila sono situati in zone ad alto rischio e, di questi, circa 9.000 non sono stati costruiti secondo criteri antisismici moderni e potrebbero subire danni in caso di scosse.
“Se non investiamo nella messa in sicurezza degli edifici preesistenti, dal momento che solo quelli nuovi sono costruiti a norma – ha affermato Calvi – continueremo ad avere morti, crolli, danni ingenti all’ economia. E’ scandaloso che l’ Italia sia tra i pochi paesi del mondo civilizzato – ha aggiunto – a non prevedere o favorire forme di assicurazione contro le catastrofi naturali, ed è d’ altra parte incredibile che in una zona ad alta pericolosità sismica, come l’ Abruzzo, tra le conseguenze di un evento vi siano danni portanti e una forte riduzione di funzionalità ad una struttura strategica come l’ ospedale de l’ Aquila“. In Italia, Mezzogiorno e Centro risultano le aree più a rischio terremoto, in particolare Calabria, Basilicata e Molise.
ZONE SISMICHE E POPOLAZIONE ITALIANA
Complessivamente, nel nostro Paese si contano quasi tre milioni di persone che vivono in zona ad alta sismicità, quasi 21 milioni abitano in zone a media sismicità, più di 15 milioni e mezzo in aree a bassa sismicità e circa 20 milioni in aree a sismicità minima. Le zone più popolate sono in Calabria e Campania, ma in generale oltre un terzo del territorio italiano ha una sismicità medio-alta. La mappa delle zone sismiche individua proprio nella dorsale appenninica, che va dall’ Umbria fino alla Calabria e alla Sicilia, passando appunto per l’ Abruzzo, le zone di maggiore criticità.
COSA DICONO LE LEGGI
Il nostro Paese si è dotato di una legge che detta indicazioni precise per le costruzioni in zone sismiche solo nel 1974. Tutte le costruzioni ante ’74 sono, dunque, prive dei criteri di antisismicità.
ciccia 13 Aprile 2009 il 12:34
ho sentito il terremoto ho avuto paura vedevo il lampadario tremare. scappare e stato l’unico pensiero e ora o il terrrore ma ora come ora dormo ti tendaaaaaaaa
marica 4 Febbraio 2010 il 18:40
mi dispiace…ti sono vicina CREDIMI