Su disposizione del premier russo Vladimir Putin, la Russia ha deciso di vietare la caccia ai cuccioli di foca, la cui presenza nel Paese si è ridotta negli ultimi dieci anni da 300 mila a 200 mila esemplari.
Ma gli ecologisti sono perplessi e sostengono che le misure, annunciate dal quotidiano ufficiale del governo, lasceranno campo libero ai cacciatori.
UN BELLO SPOT
Secondo il Wwf russo, le nuove regole impediscono la caccia solo ai cuccioli dalla pelliccia bianca, che hanno meno di un mese, ma autorizzano quella agli esemplari più grandi, dalla pelliccia grigia, che hanno meno di un anno e che sono il principale obiettivo dei cacciatori.
Inoltre, secondo il fondo internazionale per la protezione degli animali, l’ interdizione della caccia ai cuccioli di foca va dal primo maggio al 10 marzo, mentre “la stagione di caccia piu’ intensa, in marzo e in aprile, resta aperta”.
LA CAMPAGNA DELLA LAV
Una recente azione di sensibilizzazione dei Senatori della Commissione Ambiente e Territorio intrapresa dalla LAV ha ottenuto nel frattempo un primo risultato, con lo sblocco dell’ iter parlamentare in Italia: nel corso di un’ audizione davanti alla Commissione, la LAV ha chiesto l’approvazione rapida di una legge che ponga fine alla caccia commerciale alle foche.
VERSO UN EMBARGO EUROPEO
Contemporaneamente, a Bruxelles, la Commissione Mercato interno del Parlamento Europeo ha espresso un voto in favore del bando totale al commercio di pelli di foca, respingendo in buona parte la proposta di regolamento della Commissione Europea che invece vuole introdurre solo un sistema di etichettatura. Il voto in favore del bando totale si pone come ennesima conferma della sintonia tra stati membri e cittadini: entrambi sostengono con fermezza il blocco dell’ importazione e del commercio dei prodotti di foca, come anche delle pelli di cani e di gatto.