La scorsa settimana una tartaruga marina è stata ritrovata morta dai carabinieri di Napoli, incastrata tra gli scogli del lungomare Caracciolo. L’ intervento dell’unità dei sommozzatori ha consentito il recupero dell’ animale, che è stato poi portato alla vicina Stazione zoologica “Anton Dohrn“. La tartaruga, una femmina del tipo Caretta caretta, era un esemplare adulto di grandi dimensioni e, da un primo esame effettuato dai ricercatori, potrebbe essere morto per annegamento dopo essersi impigliato in una rete da pesca. “Le buone condizioni della tartaruga – hanno spiegato alla stazione zoologica – non fanno pensare ad una morte dovuta a malattie o all’inquinamento marino“. Del resto, sottolineano alla stazione zoologica, sono tante le tartarughe vittime di errati comportamenti dell’ uomo. “E’ probabile che la tartaruga sia stata buttata in mare dai pescatori – spiegano i ricercatori – mentre altri ci avvisano consentendoci di tentare il recupero dell’animale“.
PRECEDENTI RECENTI
23 febbraio – Lecce
Solo il 23 febbraio scorso a Calimera, si era spiaggiato un neonato di tartaruga marina. La giovanissima tartaruga, ribattezzata Agostino, presentava un grave stato di assideramento e debilitazione, ma fortunatamente la prognosi emessa dal veterinario responsabile, il dott. Gianluca Nocco, era stato favorevole.
Sono così due gli esemplari di Caretta caretta in difficoltà ricoverati presso l’ Osservatorio faunistico della provincia di Lecce (Museo di Calimera). Di particolare interesse scientifico il fatto che uno dei due è un soggetto giovanissimo, che misura appena 15 cm di lunghezza, verosimilmente nato da una nidiata schiusasi quest’ estate. I primi anni di vita delle tartarughe marine sono ancora, in gran parte, un mistero e perciò non è dato sapere se questo giovane “post hatchling” sia venuto alla luce su una delle spiagge salentine o meno.
Resta il fatto che tale evento è piuttosto raro e importante dato che nei primi anni di vita il tasso di mortalità delle Caretta caretta è molto alto. Agostino è stato avvistato sulla spiaggia di Torre dell’ Orso dal Gruppo ciclistico triathlon di Calimera. Il secondo esemplare, ribattezzato Iulia, è stato rinvenuto capovolto sul carapace in località Campeggio, tra Torre Rinalda e Casalabate. Iulia misura solo 28 cm per un peso di 2,6 kg e presenta una situazione clinica più preoccupante: un amo conficcato in esofago e lesioni alla pinna anteriore destra indotte da una lenza che si era attorcigliata intorno alla pinna. Lo staff dell’ Osservatorio le ha somministrato terapia reidratante, vitaminica e antibiotica; le lesioni alla pinna sono state suturate, in attesa di effettuare ulteriori indagini mediche.
Non appena le condizioni cliniche saranno stabili, le tartarughe saranno trasferite presso la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli per essere affidate alle cure della dott.ssa Flegra Bentivegna.
23 febbraio, Matera
Sempre il 23 febbraio in Balisicata altre due Caretta caretta sono state ricoverate nel Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) dell’ Oasi WWF di Policoro (Matera). Una è arrivata dopo essere stata recuperata dagli uomini della Capitaneria di Porto di Taranto, nel bacino antistante l’A rsenale della Marina Militare. L’ animale, del peso di 34 chilogrammi e una lunghezza di carapace di 67 centimetri, è stato ritrovato sotto una nave e si mostrava poco reattivo.
L’ altra tartaruga è stata trovata due giorni prima in località San Vito di Taranto da un giovane ricercatore dell’ Università di Bari. Le due Caretta caretta si trovano attualmente nella Clinica della Facoltà di Veterinaria dell’ Università di Bari, partner del Cras di Policoro, dove l’ équipe curata dal professor Antonio Di Bello, procederà ad accertamenti ed esami clinici per permettere alle tartarughe di ritornare al più presto nel loro habitat naturale.
ALTRI RECUPERI DI CARETTA CARETTA IN FEBBRAIO
8 febbraio, Molfetta
L’ 8 febbraio due esemplari di tartarughe marine appartenenti alla specie “Caretta Caretta” hanno riconquistato il mare aperto al largo della costa di Molfetta solo grazie al Centro di Recupero Tartarughe Marine del Wwf di Molfetta ed alla Capitaneria di Porto.
Il primo esemplare, rinvenuto a Molfetta nel mese di novembre, aveva ingerito amo e lenza; operata dal prof. Di Bello, della facoltà di veterinaria dell’ università di Bari, ha trascorso la degenza presso il Centro di Recupero Tartarughe Wwf della città.
Anche la seconda tartaruga, rimasta impigliata nelle reti di un pescatore di Bisceglie, è stata ospitata presso il centro molfettese, dove permangono altri tre esemplari di Caretta caretta, di cui una rinvenuta a Taranto.
Le altre due (una presentava una frattura facciale), sono state rinvenute a Molfetta e a Trani.
6 febbraio, Trani
Altri ritrovamenti di tartarughe Caretta Caretta – purtroppo morte – sono avvenuti solo il 6 febbraio nel porto di Trani. Nella cittadina pugliese si tratta del quarto ritrovamento di tartarughe morte dall’ inizio dell’anno.
La tartaruga, con 5 scudi costali, della lunghezza di 70 centimetri e del peso di 30 chili, era ormai morta, ma non in decomposizione. La stessa non presentava, a vista, ami conficcati o ferite in genere.
Subito il Maresciallo Loredana Surdo, dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Barletta ma in servizio a Trani, ha allertato il WWF di Molfetta ed attivato la procedura per il recupero dell’ animale.
Questa volta l’ animale presenta una targhetta identificativa di Legambiente nazionale, la numero 1568, quindi si tratta di una tartaruga censita.
4 febbraio, Amantea
Solo due giorni prima, il 4 febbraio, altre due tartarughe marine sono state ritrovate sulla spiaggia di Amantea. Le due tartarughe sono probabilmente state scaraventate a terra dalla forza delle onde. Mentre l’ esemplare più grande è riuscito a vincere la forza delle onde e a riprendere il largo, l’ esemplare più piccolo, di circa 50 centimetri, ha dovuto invece attendere la notte.
gulia 23 Marzo 2009 il 16:58
non inquiniamo di più le città perchè ci sono esseri viventi che possono scomparire come le tararughe
Piervito 8 Marzo 2010 il 17:28
Vorrei sapere se dobbiamo segnalare la presenza di questi animali ritrovati morti sulle nostre coste e a chi informare