Quattro centrali nucleari in Italia. La prima funzionante dal 2020. Ecco cosa c’ è sul piatto della bilancia con la firma dell’ accordo italo-francese di ieri. Dopo essersi salutati domenica al G4 di Berlino, il premier italiano Silvio Berlusconi ed il presidente francese Nicolas Sarkozy si sono rivisti ieri a Roma, per il secondo summit Italia-Francia. L’ incontro è avvenuto a poco più di un anno di distanza dal vertice di Nizza (nel novembre 2007), nel quale venne siglata la pax elettrica tra i due Paesi, con la firma di due accordi sul nucleare e la rete elettrica. Roma e Parigi tornano ora a siglare un’ altra intesa sul nucleare. Con la firma del nuovo protocollo, Enel, che già collabora con la francese Edf, aumenterà la sua partecipazione al nucleare francese con la realizzazione del secondo reattore di nuova generazione, Epr.
(Nel video, il dibattito centrale tra lo scienziato italiano Rubbia e Casini alla trasmissione Anno Zero sulla creazione di centrali nucleari in Italia)
L’ ACCORDO
Si tratta di un’ alleanza, guidata dalle due controllate di Stato Enel e Edf, per costruire quattro centrali nucleari in Italia: la prima sarà operativa nel 2020.
“L’accordo riguarda tutti gli aspetti del nucleare, dalla collaborazione in sede europea ai temi della sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in paesi terzi” ha spiegato il ministro per lo Sviluppo Claudio Scajola che ha ricordato anche l’ imminente approvazione alla Camera del suo ddl in cui viene istituita l’ Agenzia per la sicurezza nucleare.
L’ AGENZIA PER LA SICUREZZA NUCLEARE
L’ ente che opererà sotto la presidenza del Consiglio, si occuperà di regolare il settore e di riportare l’ Italia a produrre in proprio energia elettrica grazie all’ atomo dopo avervi rinunciato con il referendum del 1987.
Più volte il ministro Scajola ha ricordato la tabella di marcia: individuazione del luogo e posa della prima pietra entro la fine della legislatura e attivazione del primo impianto entro un decennio. All’ agenzia in via di costituzione spetteranno tutti i poteri autorizzativi sui progetti, grazie a delle norme presenti nel Ddl che hanno già suscitato critiche perché limitano al minimo le capacità d’ intervento degli enti locali nei territori coinvolti.
“Sarà un accordo politico – aggiungono fonti dell’ Eliseo – che copre tutta la filiera nucleare. E che, da una parte, aprirà ai grandi players francesi il mercato italiano dell’ energia atomica, dall’altra permetterà di esportare congiuntamente tecnologia nucleare verso paesi terzi“.
COSA ACCADE NEL MONDO
Secondo le associazioni ambientaliste, Greenpeace e Legambiente in prima fila, l’ Italia continua invece a fare la parte dell’ ultima ruota del carro nel dibattito su clima ed energia. Anche l’ ultimo chiaro cambio di rotta degli Usa di Obama – introdotto dal pacchetto di misure in discussione al Congresso – è stato sostanzialmente ignorato dai politici e dagli stessi media. Un tentativo di inserire 50 miliardi di dollari di fondi per prestiti a tasso agevolato a favore del nucleare, infatti, è stato infatti respinto dal Congresso, che ha bocciato l’ emendamento del senatore repubblicano Robert Bennet. Invece i fondi per efficienza e rinnovabili sono passati da meno di 52 a quasi 60 miliardi, di cui 32,8 nelle fonti rinnovabili e 26,86 per l’efficienza energetica. A questi si aggiungono quasi 19 miliardi sui trasporti collettivi e sulle ferrovie.
Un grave colpo al preteso rilancio del nucleare. Già nel 2007 l’amministrazione Bush aveva introdotto fondi, pari a 18,5 miliardi di dollari, per prestiti a basso tasso di interesse per la costruzione di centrali nucleari. Una delle domande di finanziamento è stata presentata dalla Florida Light & Power per sostituire due reattori nucleari sulla base di 16 miliardi di dollari, mentre il totale delle richieste di accesso ai fondi, prima della crisi economica, aveva raggiunto 122 miliardi di dollari. E senza i soldi da parte del governo, per il nucleare made in Usa il futuro si prospetta veramente duro.
IN USA LA POLITICA SI FA GREEN
“Si tratta di un importante cambio di direzione dell’ amministrazione USA – spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia -. Efficienza energetica e fonti rinnovabili hanno un grande potenziale sia in termini energetici che occupazionali. Secondo le valutazioni correnti per ogni miliardo di investimenti pubblici se ne possano generare due di investimenti privati, dunque l’impatto del piano è potenzialmente triplo“.
Tutte novità che non vengono percepite in Italia, dove si parla ancora di rilancio del nucleare e di carbone. Mentre Obama sembra andare nella direzione opposta: “Se si guarda al pacchetto messo a punto dall’ amministrazione USA – continua Onufrio- quella delle fonti rinnovabili e dell’ efficienza è la parte che si presta maggiormente a promuovere uno scambio di tecnologie con la Cina, che è uno dei maggiori finanziatori del debito USA. Il Piano Obama, è un passo nella direzione giusta. Questo fa ben sperare anche in vista dell’ appuntamento di fine anno a Copenhagen dove è in gioco il futuro del Protocollo di Kyoto. Speriamo che il nostro governo se ne accorga e si metta nella direzione giusta“.
Ma forse è già troppo tardi…
Pablo 25 Febbraio 2009 il 10:44
Comunque siamo tutti arretrati di 20 anni!
Io 2 anni fa sono stato in Cina e ho acquistato un cellulare di marca a noi sconosciuta il “Tel-Nech” che con una piccola modifica funzina anche qui da noi con tutte la compagnie telefoniche, che oltre a ricaricarsi con l’energia solare quando lo estrai dalla tasca o dalla borsa, si ricarica camminando con il semplice movimento del corpo rimanendo in tasca o in borsa.
Ricarico la batteria giusto per abitudine di farlo ogni 30 45 gg usandolo anche via web.