Dal quotidiano inglese The Guardian arriva la notizia del nuovo piano del sistema sanitario inglese (National Health Service) per diminuire l’ impatto ambientale negli ospedali britannici. La soluzione? Meno carne nei menu serviti ogni giorno ai pazienti. La diminuzione del consumo di carne è infatti una delle strategie per ridurre l’ emissione di anidride carbonica. Ma non solo: il nuovo piano di diminuzione del carbonio negli ospedali inglesi prevede anche meno uova e latte, dunque i prodotti derivati. La misura è stata adottata con il nome di “Saving Carbon, improving health“. Risparmiare carbonio, migliorare la salute. E, a quanto pare, migliora anche la salute del pianeta.
PERCHE’ MENO CARNE
Il direttore del settore Sviluppo Sistenibile ricorda che l’anno scorso é stato pubblicato un rapporto in cui si stima che le emissioni imputabili al servizio sanitario ammontino al 3% del complesso delle emissioni del Regno Unito. Se il servizio sanitario inglese fosse considerato una nazione verrebbe classificato all’ 81esimo posto tra i maggiori inquinatori mondiali: tra l’ Estonia e il Barhein. Di questo 3%, un quinto proviene dai trasporti (si parla di quelli legati alla sanità), un quinto dagli edifici (ospedali e ambulatori), e il rimanente, quindi più della metà, da forniture (medicinali e apparecchiature) e dagli alimenti.
LA QUESTIONE ALIMENTARE
Intervenire sulla questione alimentare è dunque divenuto prioritario per portare avanti una seria politica di contrasto e di riduzione dell’ inquinamento. Del resto, molti altri studi ufficiali, in primis quelli della FAO, assegnano alla zootecnia grosse responsabilità nella produzione di gas serra e di inquinamento. E’ infatti ormai assodato che l’ industria della carne inquina più dell’ intero settore dei trasporti: il 18% contro il 13,5%.
Il sistema sanitario inglese è uno dei più importanti sistemi sanitari europei, tra i primi a livello mondiale. Anche in Germania, l’ Agenzia Federale per l’ Ambiente ha lanciato un appello inequivocabile ai cittadini tedeschi per consumare carne solo nelle occasioni particolari. Evidentemente la consapevolezza dei danni procurati da un consumo di carne industrializzato si sta diffondendo anche a livello di importanti organismi governativi.
LE REAZIONI
La notizia è stata ripresa da moltissimi giornali britannici e da associazioni sia ambientaliste che settoriali legate alla produzione di carne. Queste ultime, ovviamente, hanno criticato ferocemente il piano dell’ NHS, invitando a formulare proposte diverse, come, ad esempio, il sostegno agli allevamenti nostrani. Segno che il comparto non ha ben afferrato il problema.
UN PIANO COMPLETO
In realtà, il pregio di “save carbon, improving health” è quello di andare ad intervenire sui diversi aspetti dell’ impatto ambientale: dalla costruzione degli edifici, ai trasporti e ai rifiuti, dall’ uso dell’ energia all’ alimentazione. Si parla infatti di ridurre il consumo di bottiglie di acqua, di usare diverse tecniche di sterilizzazione delle attrezzature medico-chirurgiche, di incentivare l’ uso di auto di piccola cilindrata da parte dei dipendenti per recarsi al lavoro, di aumentare le cure domiciliari, di sostenere le soluzioni rinnovabili presso i fornitori di energia.
Insomma, non solo menu senza carne, ma “anche” menu senza carne all’ interno di una strategia globale contro l’ inquinamento (e buona anche per la salute).
LO SCETTICISMO GLOBALE
Proprio recentemente Greenpeace ha pubblicatoun report sulla deforestazione dell’ Amazzonia. E’ ormai riconosciuto che le foreste vengono abbattute per far spazio a pascoli e coltivazioni di mangimi per l’ allevamento, ma c’ è ancora molta cautela nel riconoscere l’ unica soluzione efficace per risolvere il problema: la diminuzione dei consumi di alimenti di origine animale.