La notizia è arrivata il 10 febbraio scorso da Bruxelles: 400 città europee si sono impegnate formalmente con la firma di un Patto a raggiungere una riduzione delle emissioni inquinanti di C02 superiore a quella del 20% entro il 2020.
L’ ambizioso e non facile obiettivo per la lotta al cambiamento climatico è stato sancito il 10 febbraio nell’ emiciclo del Parlamento europeo da tanti rappresentanti di grandi e piccole città, con il presidente della Commissione José Manuel Barroso. Anche diversi comuni italiani hanno già approvato in consiglio comunale il cosidetto Patto dei sindaci, altri sono in procinto di farlo. Nella lista, resa nota dal sito internet della Commissione europea ed aggiornata costantemente, ne figurano al momento trenta, tra cui Milano, Torino, Verona, Modena, Padova, Bolzano, Rimini, Alessandria, Ancona e Foggia.
Centinaia i sindaci e gli assessori arrivati a Bruxelles da tutta Europa. Tra di loro anche le fasce tricolori dei primi cittadini italiani, come quelli giunti dalla provincia di Milano, accompagnati dall’ assessore provinciale all’ ambiente Bruna Brembilla, che con la Commissione Ue si è impegnata a fare da struttura di supporto per raggiungere nella sua area gli obiettivi del Patto.
LE LINEE GUIDA
Nessuna ricetta uguale per tutti e nessun modello da seguire: “non ci sono città perfette“, ha spiegato il sindaco di Madrid Alberto Ruiz-Gallardon. Per ridurre i gas ad effetto serra e raggiungere una maggiore efficienza energetica, i comuni europei sono pronti a invertire la rotta in tanti settori, da quello dell’ edilizia fino ai trasporti pubblici, per poi scambiarsi le buone pratiche. Nonostante la Commissione non abbia inserito tra gli interventi anti-crisi (da attuare con l’ utilizzo di 5 miliardi di euro di fondi Ue non spesi) quelli per ridurre l’ inquinamento delle città, l’impegno da parte dei Sindaci è stato ribadito.
I FATTI OLTRE LE PAROLE
Un plauso all’ iniziativa dei sindaci è giunta nel corso della cerimonia dall’ europarlamentare Guido Sacconi, che ha guidato la commissione temporanea dell’ assemblea Ue sui cambiamenti climatici. Ma Sacconi ha messo in guardia: “Ricordate il protocollo di Kyoto per combattere i cambiamenti climatici? l’Ue si era impegnata a una riduzione dell’8% tra il 2008 e il 2012. Siamo un pò indietro, a meno 2% e forse riusciremo ad arrivare quasi al 4% con molte differenze tra un Paese e l’ altro“.