Che “il latte della Lola” fosse più buono, lo diceva una nota marca di latte in uno spot televisivo di qualche anno fa. Ma che fosse anche di più, lo dice il giornale Anthrozoos, attraverso una ricerca della Newcastle University. Pare, infatti, che una mucca “anonima”, senza nome, produce meno latte di una che un nome invece ce l’ ha. “Così come la gente reagisce meglio se viene trattata con un tocco personale, le mucche sono più felici e rilassate se ricevono un’ attenzione più individuale” spiega Catherine Douglas, della Scuola di agricoltura, cibo e sviluppo rurale presso l’ Università di Newcastle.
I RISULTATI DELL’ INDAGINE
Gli scienziati hanno svolto un’ indagine su 516 produttori di latte inglesi. Quasi la metà, il 46%, ha affermato di chiamare per nome le mucche nella propria fattoria, ottenendo, per lo stesso numero di animali, 258 litri in più di latte di chi invece non lo fa. “Qualsiasi tipo di contatto personale con l’animale lo mette in condizione di vivere meglio – conferma Giancarlo Belluzzi, vicepresidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) – si pensi ad esempio alla musica, alle carezze prima della mungitura, o comunque ad un approccio diretto e personale, che rientra nelle linee del benessere animale e di una maggiore empatia di questo con l’ ambiente“, anche se “é impensabile oggi dare nomi agli animali nei moderni sistemi di allevamento, che nel caso dei bovini contiene oltre 500 esemplari e nel caso dei suini alcune migliaia“.
Le mucche senza nome fanno meno latte, lo dice Anthrozoos
di 9 Febbraio 2009 00:10 919 views0