Gli uomini fanno la guerra, i gorilla fanno l’ amore… è baby boom in Congo

di Redazione 438 views0

 Che i nostri cugini pelosi avessero molto in comune con noi, lo sapevamo già. Ma forse l’ intelligenza gioca dalla loro: i rarissimi gorilla di montagna del Virunga National Park, nella Repubblica Democratica del Congo, hanno prosperato come mai durante l’ epoca dei signori della guerra che regna ormai da anni nella regione.
La popolazione dei gorilla, che era diventata tristemente famosa per una serie di uccisioni nel 2007, è cresciuta del 13% negli ultimi 16 mesi, nonostante non abbia avuto alcuna protezione dalla guerra civile o dalla caccia di frodo per ben 15 mesi.

Che i gorilla di montagna siano prosperati in questo ambiente è semplicemente spettacolare“, dice Emmanuel de Merode, capo dei 680 ranger del Virunga.
Le nuove nascite portano il numero degli esemplari di questa specie a una stima di 211, inclusi 10 piccoli che sono nati durante l’ assenza dei ranger.
In tutto il mondo sono 720 i gorilla di montagna: la specie è elencata tra quelle a rischio di estinzione dall’ International Union for Conservation od Nature.

Quando i ribelli presero il controllo del Virunga nell’agosto 2007, i ranger vennero banditi dal territorio. Ritornarono nel novembre 2008, dopo che de Morode ebbe negoziato un accordo direttamente con le milizie in guerra. In più, molto sforzi sono stati fatti per istruire sia i locali che i turisti sull’ importanza di salvaguardare questi animali: sembra che questa politica abbia dato ora i suoi frutti ed abbia consentito alla crescita della popolazione nel corso di un periodo di forte instabilità.

Sono i congolesi stessi che chiedono la protezione dei gorilla di montagna – dice de Merod -. I gorilla appartengono loro. Non vogliono che i loro gorilla vengano distrutti“.

Gorilla nella guerriglia

Piuttosto stranamente, anche l’ uomo responsabile della lunga assenza dei ranger nel parco, il capo dei ribelli Laurent Nkunda, potrebbe aver giocato un ruolo favorevole nella conservazione della specie.
Nkunda è stato arrestato giovedì scorso, ma in un’ intervista rilasciata al National Geographic il mese scorso, aveva detto che i suoi soldati avevano l’ ordine di proteggere i gorilla di montagna. “Ho sempre detto ai miei fratelli che Dio ha dato al Congo i gorilla, ed è nostro dovere essere sicuri dinon arrecar loro alcun male” aveva dichiarato il militare.
Il processo a Nkunda condotto dal CNDP (National Congress for the People’ s Defense) lo aveva accusato di aver commesso numerosi abusi dei diritti umani, incluso lo stupro e l’ uccisione di civili. Ma non ci sono accuse o rierimenti di danni ai gorilla. Per contro, 10 gorilla furono uccisi in quattro incidenti separati nel 2007, quando il governo congolese aveva ancora il pieno controllo del territorio.

Circa una settimana fa, le forze del governo congolesi sono tornate in possesso del territorio, dopo aver raggiunto un dialogo con le forze del Rwanda.

Il ritorno dei rangers
Appena i ranger hanno avuto l’autorizzazione a tornare a Virunga, hanno cominciato a censire i gorilla. 81 di loro erano abituati alla presenza umana, mentre altri 120 no, In tutto, 211, tra i quali 10 baby gorilla nati in quattro famiglie diverse. Tre dei gorilla che risultavano dal precedente censimento non sono ancora stati trovati.

La guerra continua
La situazione, in Congo, è ancora lungi dall’essere stabile. Questo mese l’ attacco di una milizia a Virunga ha colpito a morte il ranger Kakule. Gli altri ranger hanno fatto sapere di aver onorato la sua memoria come hanno fatto con molti altri colleghi caduti nel corso della guerra: uno dei piccoli baby gorilla è stato chiamato con il suo nome. Kakule, in una strana rinascita, è passato dall’ altra parte della barricata. Da protettore a protetto.
La guerra continua.

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